LA LUCE
Questopera, apparentemente aforismatica, affronta il problema
cruciale delluomo moderno che, essenzialmente, è un problema
conoscitivo: quello dellesperienza del mondo e, contemporaneamente,
dellautocoscienza dellIo. Problema che M.S. affronta nei termini
di una metafisica della Luce la quale, se da una parte, si fa sostanza del
mondo dispiegandosi nel suo apparire, dallaltra, si attua come essenza
cosciente del pensiero, quindi della percezione, che lo afferra come oggetto.
Si tratta dei medesimi due termini che, tanto per fare un riferimento tradizionale,
il Tantrismo del Kashmîr individua in prakâsha, «luce-apparizione»,
e vimarsha, «pensiero-consapevolezza», che costituiscono i due
poli fra i quali si tesse la dialettica dello Spirito- verbo nelle fasi di
discesa entro lopacità della sostanza, allorché si rapprende
come materia intrisa di Tenebra, e di risalita al mondo degli archetipi, attraverso
il pensiero delluomo, che essenzialmente è coscienza autoluminosa,
perché consapevole di sé medesimo e perché contiene il
significato di tutta la Realtà. Mediante questo processo si attua la
ricreazione del mondo, di cui luomo è attore e causa finale allo
stesso tempo, poiché è per lui che sussiste la dimensione intellegibile
di tutte le cose, la quale è pura Luce. Ne consegue che la reintegrazione
delluomo alla propria essenza immortale o, detta allindiana, la
«liberazione» (moksha o mukti), costituisce il fine ultimo dellUniverso
di cui lUomo è sintesi e centro: lUniverso sussiste in
quanto lUomo-verbo se lo rappresenta, secondo i diversi gradi della
conoscenza, realizzando la propria identità con esso, mediante un atto
di intima volontà che è intuizione del proprio essere.
Non si tratta, però, di un enunciato teoretico, quanto di un cómpito
realizzativo che mira al riaccendersi della Luce nellanima delluomo,
di là dal pensiero astratto correlato alla percezione puramente materiale
della «res extensa», che illusoriamente si riflette nella la molteplicità
degli oggetti, dinanzi allunicità dellatto di pensiero.
Questa lysis postulata dallAutore implica la realizzazione di un cómpito
ascetico: quello di attualizzare mediante le discipline della concentrazione,
meditazione e contemplazione pura, quella Luce intima al pensare, indi al
sentire, infine al volere, che nellesperienza contingente del mondo
viene distrutta affinché sorga il mondo irreale delle forme, a cui
luomo si lega mediante la brama. Di là dalla conoscenza sensibile,
a cui luomo accede mediante il pensiero privo di vita, astratto, si
pone la conoscenza immaginativa, in cui si penetra nel percepire il tessuto
etéreo di luce che nella durata, non nel tempo cronologico fondato
sullesperienza del passato, regge i processi di vita. Ad essa segue
lesperienza inspirativa, per cui si sperimenta la dimensione-suono,
cioè di vocalità pura, della Realtà, trascesa, questa,
da quella intuitiva, che si attua per identità immediata, come calore,
puro movimento della Luce di là dal tempo e dalla durata, che converge
verso luomo dai confini dellUniverso come volere cosmico. La libertà,
pertanto, non riguarda il volere od il sentire che, in un certo modo, investono
luomo, bensì il solo pensiero che, proprio per la sua astrattezza,
per il suo esilio dal mondo divino-spirituale, consente allIo delluomo
moderno quella libertà che gli era negata allorché obbediva
alle possenti suggestioni che giungevano alla sua anima dal mondo spirituale.
Luomo, pertanto, deve volere la Luce, facendola risorgere dal limite
di tenebra (il barzakh dei filosofi di Persia) in cui si annienta, per consentire
lapparizione di un mondo perennemente alieno rispetto allo spirito di
chi lo contempla. Questa volontà significa per luomo sperimentare
la morte, onde realizzare le forze di vita che, durante la esistenza terrena
conosce solo nei loro effetti sensibili; durante la vita, infatti, vede ciò
che in realtà è tenebra, grazie alle forze di luce che in essa
si estinguono. Questa morte in vita, questa esperienza della Realtà
secondo il suo negativo, secondo il vuoto, che toglie alla coscienza gli appoggi
sensibili, è la Iniziazione.
Questo compito ascetico, che è implicito nella teoria esposta da questa
opera ha, in sostanza, il fine di sperimentare la Terra, penetrandola noeticamente,
quale lente spirituale vivente che Essa è, di là dal limite
del «misurato-pesato-diviso» proposto dalla Scienza, il cui valore
positivo negato accanitamente dagli «Spiritualisti»
risiede proprio nella contemplazione disinteressata del mondo sensibile: disinteresse
che è il prodromo della vera libertà. NellOpus Regale
che luomo nuovo è chiamato a compiere, lo stesso minerale
oggetto finora di una Scienza che, obiettivandolo, si limita codificarne la
parvenza si discioglie dal suo rapprendimento fisico per ridiventare
calore puro, quello medesimo che luomo sperimenta, inverso, nel calore
biologico e, direttamente come moto incorporeo animante il pensare.
Lungo la via additata da M.S., luomo comincia a sperimentare lelemento
di luce entro la percezione sensibile, che prima si estingueva nel dato sensibile,
liberando il pensiero dal supporto fisico del cervello che lo provvedeva dellastrattezza
necessaria ad avere unimmagine fisica del mondo. Inizia così
a realizzare un tipo di pensiero immaginativo, la cui sede propria è
il mondo eterico, lambito in cui la Luce si manifesta come Vita del
Mondo e «la Vita come Luce degli Uomini». Il pensiero, reintegrato
alla sua natura luminosa e résosene consapevole, attua la propria libertà,
questa volta, come penetrazione del suo essere vitale-eterico entro il mondo
sensibile, che viene così liberato dallincantamento materiale
e ridiventa significato di Luce. Così pure, sul sentiero dellIniziazione,
il sentire si scioglie dalla pressione delle emozioni e passioni soggettive
sostanziate di brama o repugnanza e si restituisce alla sua natura di pura
vocalità, di mantra, cui è propria la esperienza inspirativa.
La virtù eterica della Luce promanante dal pensiero puro muove, in
tal modo, incontro alla Luce che da ogni punto del Cosmo converge verso luomo
ricollocandosi coscientemente nello scenario della sua presenza, che è
il mondo.
Il tema fondamentale dellopera, attorno a cui si ordinano i suoi dodici
capitoli, è quello dellessenza intuitiva del pensare, in cui
opera il principio della Luce, che è idea. Luomo si serve della
Luce, con cui guarda il suo riflettersi nella tenebra, che gli appare come
mondo oggettivo, ma non la possiede né si accorge che fuori di sé
è la Luce, o Lógos, a dominare la tenebra, conferendo significato
al mondo delle forme che da questa emergono. La conoscenza, quindi, è
un ritrovarsi delluomo nel cuore della tenebra, ricongiungendosi alla
Luce che su di essa domina. Come il Figlio nasce dalla Vergine, così
il linguaggio prolungamento del Verbo di qua dalla soglia umana
nasce dallAnima del Mondo ed anche nelle sue forme minime è pur
sempre una risonanza della Parola cosmica. Molto importante, a tale proposito,
è la parte psicologica e cosmologica in cui si stabilisce, in base
a premesse metafisiche, il rapporto fra luomo e lUniverso, di
cui egli è la forma contratta nel corpo, e le funzioni dei suoi organi
riguardo alleconomia dellUniverso, che è teleologicamente
ordinato rispetto a lui. Così pure viene trattata la dottrina dei quattro
Eteri, del calore, della luce, del suono e della vita, forme a priori della
sostanza primordiale nel farsi materia di percezione e di edificazione del
mondo. I pensieri, le emozioni e le volizioni delluomo risuonano in
tutto lUniverso a cui sono omogenei.
Pertanto lopera resurrettiva delluomo, che lA. riassume
nei capitoli VII-XII, ha una funzione necessaria e catartica su tutti i piani
dellEssere e in tutte le gerarchie della realtà. La Iniziazione,
quindi, cessa di essere un lìbito magico e si rivela come necessità
morale delluomo, che, aggiungiamo noi, è il «Salvatore
Salvato» di sé e dellUniversa Realtà.
Prefazione al volume La luce di Massimo Scaligero, © Edilibri 2005